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Giulio Capitanio

Se ti rechi a Cogne o ad Asiago, se ti trovi a Folgaria o in Val Gardena, se passi da Frassinoro o da Isolaccia e dici che sei di Schilpario ti sentirai rispondere che è la patria di GIULIO CAPITANIO. Questo da l’idea del ruolo importante che Giulio ha svolto nel mondo dello sci nordico e della simpatia riscossa ovunque ha gareggiato. Per gli altri è stato l’uomo che nella seconda metà degli anni ’70 ha ridato impulso e credibilità internazionale al fondismo azzurro, per noi rappresenta invece l’atleta che ha reso famoso il nostro paese e che ha portato lo Sci Club Schilpario ad un posto di rilievo nel circo bianco.
Tenuto a bada dal curato di allora Don Ampelio Fenili, che dà man forte al presidente dello Sci Club Piero Franzoni, Giulio nel 1968 a Sant’ Anna Pelago diventa campione italiano aspiranti e nel 1971 conquista il titolo italiano juniores a Forni di Sopra. Comincia poi in Trentino una lunga serie di vittorie agli assoluti individuali e di staffetta che lo portano ad essere uno dei fondisti con il più ricco palmares di titoli nazionali (ben tredici).
Ma il primato più significativo che Giulio detiene è quello di essere stato il primo vincitore azzurro di una gara di Coppa del Mondo, precisamente a Zakopane : nella 15 km precede il i sovietici Zavialov, Loukanov, Bakijev e tutti i migliori fondisti in circolazione. E’ il 16 febbraio 1979, data storica per lo Sci Club Schilpario e memorabile per l’Italia! E’ bello sottolineare qui la coincidenza con il 1° febbraio 1959, quando proprio a Schilpario per la prima volta un azzurro, vale a dire Marcello De Dorigo, trionfava al cospetto dei grandi campioni del Nord: si tratta sicuramente di un bellissimo accostamento che rende ulteriore merito all’importanza del movimento fondistico del nostro paese e della nostra Valle. E per gli amanti delle statistiche va detto che Giulio ha detenuto a lungo il record del miglior piazzamento di un italiano nella classifica generale della Coppa del Mondo: nel 1979 si piazzò 4° con 75 punti alle spalle di grandi campioni come Braa, Eriksen e Lundbaeck ma davanti a Wassberg, Aunli e De Zolt ( e non dimentichiamo che nel ’78 si era classificato al 5° posto).

Non ha avuto tanta fortuna nei Mondiali e nelle Olimpiadi cui ha preso parte, Falun ’74-Innsbruck ’76-Lathi ’78-Lake Placid ’80- Oslo ’82-Sarajevo ’84……, ma sulle nevi di tutto il mondo ha dimostrato di essere davvero forte e basterebbe recarsi ancor oggi ad Holmenkollen in Norvegia, in quello che è considerato il tempio dello sci di fondo, per capire la stima di cui gode Giulio Capitanio ritenuto dagli esperti uno dei più grandi campioni di questa disciplina sportiva. Il resoconto delle sue affermazioni o dei suoi bellissimi piazzamenti nelle varie competizioni internazionali (1° 30 Km Castelrotto, 1° 3×10 Km negli USA con De Zolt e Primus, 2° 30 Km Ramsau, 5° 15 Km Reit im Winkl, 6° 50 Km Holmenkollen) dà l’idea del valore di Giulio ed il consenso che riscuote nel mondo dello sci è unanime, anche in virtù di un carattere buono e semplice. Noi non ci dilunghiamo oltre con le cifre, ma in questa occasione ci sembra doveroso dirgli grazie per le pagine meravigliose che ha scritto nella storia dello Sci Club Schilpario facendoci raggiungere obiettivi di grande prestigio e spingendo tanti ragazzi dopo di lui a seguirlo e ad imitarlo, nella speranza che anche in futuro possa mettere la sua ricca esperienza a disposizione dei numerosi bambini che per la prima volta si cimentano nello sci di fondo. Ha dato tanto in passato, ma quello che può fare oggi vale di più: infatti i nostri ragazzi hanno bisogno di imparare da lui a vivere lo sport e ad affrontare anche le gare come un gioco divertente.

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Pierantonio Clementi

Parlare di CLEMENTI a Schilpario per molti significa tornare indietro nel tempo, agli inizi dello Sci Club, quando la figura più rappresentativa era il grande Battista; a distanza di anni dobbiamo dire invece che il figlio PIERANTONIO non solo ha saputo essere all’altezza della tradizione di famiglia ma è stato anche un alfiere stupendo della gloriosa storia di questo sport, diventando lui stesso un punto di riferimento importante per tanti atleti. Basti dire che Pierantonio ha partecipato a due Olimpiadi come biathleta e a cinque Olimpiadi come allenatore di tiro della Nazionale!
Ha cominciato a sciare a dieci anni, ovviamente guidato dal papà che era felicissimo di trasmettere la sua passione e la sua esperienza al figlio. Dopo alcune affermazioni nelle categorie giovanili, si è arruolato nell’ Arma dei Carabinieri nel 1967 ( a vent’anni ), entrando a far parte del Centro Sportivo di Selva Val Gardena. Partecipando a gare nazionali di fondo è arrivato fino alla conquista della 1^ Categoria. Nel ’68 il Biathlon diventa disciplina olimpica e Pierantonio si mette subito in mostra come uno dei migliori al punto che l’allora responsabile tecnico Battista Mismetti lo chiama in Nazionale nella primavera del ’70 dove resterà come elemento di punta fino al 1978.
Nel 1971 vince la sua prima gara internazionale ad Asiago, nella 20 km ed è 2° ai campionati italiani di grosso calibro sempre sulla stessa distanza. Nel 1972 ha la grande soddisfazione di partecipare alla sua prima Olimpiade, a Sapporo in Giappone, giungendo 31°: per lo Sci Club Schilpario è la prima volta che un suo esponente ha questo onore e quindi immaginatevi che festa per tutti gli appassionati!
Nel 1974 vince di nuovo una gara internazionale a La Bresse in Francia, questa volta però in staffetta e più tardi è convocato per i Campionati Mondiali di Minsk in Russia, dove si piazza 12° nella 20 km.
Nel 1975 è primo nelle gare di staffetta internazionali a Passo Rolle e ad Anterselva, ma è anche l’anno in cui si laurea Campione italiano di piccolo calibro nella 15 km.
Nel 1976 partecipa alla sua seconda Olimpiade ad Innsbruck in Austria ed è ottimo 6° in staffetta e 23° nell’individuale. Nel corso della stessa stagione conquista due titoli italiani, nella 20 km grosso calibro e nella 15 km piccolo calibro.
Per le sue grandi doti umane e sportive, dal 1980 al 1994 viene promosso allenatore di tiro della Nazionale di Biathlon e prende parte ad altre cinque Olimpiadi portando soprattutto Nathalie Santer a raggiungere obiettivi impensabili prima di allora. Ci sarebbero tante cose da dire a riguardo di Pierantonio Clementi, un campione che ha saputo farsi apprezzare in ogni parte del mondo per le sue grandi qualità ( solo uno come lui poteva essere accolto in Alto Adige con il consenso e la stima di tutti! ), ma per lo Sci Club Schilpario pensiamo che il ruolo di guida e di esempio che lui sta dando tutt’ora ai nostri ragazzi è la testimonianza più bella e più significativa.
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Nella storia dello Sci Club un posto privilegiato spetta ovviamente al campione dei nostri giorni, FABIO MAJ, che ha tenuto alto il prestigio della nostra località in tutto il mondo, degno erede di quanti l’hanno preceduto. Siccome tutti lo conoscono perché è storia recente, non ci dilungheremo più di tanto sui suoi splendidi risultati agonistici perché ci interessa soprattutto sottolineare che FABIO a pieno titolo può riassumere “cent’anni” di storia dello Sci Club in quanto è stato un VERO CAMPIONE nello sport e nella vita e i ragazzi che ancora oggi nutrono passione per questa disciplina si trovano davanti un meraviglioso esempio da seguire e da imitare. Vorremmo tanto che la sua semplicità, la sua lealtà, la sua bontà d’animo e la sua allegria fossero anche in futuro il simbolo del nostro sodalizio sportivo, contagiando tutti coloro che ne fanno parte, orgogliosi sì dei risultati conseguiti di volta in volta nelle varie competizioni (da quelle “di paese” a quelle “internazionali”) ma soprattutto fieri di appartenere a una tradizione di grandi valori umani. Partiamo allora con la cronistoria della sua carriera, non dimenticando “maj” che nessun risultato potrà rendere ragione del valore che FABIO rappresenta per tutti noi !!

Non è ancora nato, il 16 giugno 1970, che il nonno Piero, suo primo grande tifoso, ha già visto che il bambino è fatto per stare sugli sci di fondo e lo affida allo zio Walter che è stato il suo primo allenatore e che l’ha indirizzato sulla strada che lo avrebbe poi portato a imitare lo zio Giulio fino a ….. superarlo !!
Prima grande vittoria a Predazzo nel 1981 ai Giochi della Gioventù : guardate bene la foto di quegli anni e capirete subito di che “stazza” era il ragazzo !! Nonostante ripetute affermazioni nelle Nazionali Giovani, bisogna aspettare il 1990 per vederlo trionfare sulle nevi di casa con la vittoria nella 10 Km e 30 Km dei Campionati Italiani Juniores. Pur essendo considerato dai tecnici Moriconi, Gazzotti e Alverà il favorito d’obbligo dei Mondiali Juniores di quello stesso anno, deve “accontentarsi” del 5° posto : il 1990 rimane comunque per lui un anno importante perché, fra l’altro, stabilisce un record tutt’ora imbattuto piazzandosi, ancora juniores, al 6° posto nella classifica generale di combinata agli assoluti di Falcade. Il salto di categoria si dimostra impegnativo anche per un atleta del suo valore e fa più fatica del previsto a farsi largo fra i Seniores; non a caso lo troviamo relegato come riserva (a volte immeritatamente) ai Mondiali 1991 in Val di Fiemme, nel 1993 a Falun in Svezia e nel 1994 alle Olimpiadi di Lillehammer in Norvegia. Anche se il suo carattere umile e forte lo hanno accompagnato sempre nel corso della sua vita, è proprio il caso di dire che solo queste doti che apprezziamo in lui gli hanno consentito di mantenere la serenità che gli è proverbiale e di superare le difficoltà di quel periodo preparando il terreno per i successi degli anni seguenti e dopo il titolo italiano cadetti 1993 a Dobbiaco, nel 1995 arriva la prima vittoria in Coppa del Mondo ad Hamar in Norvegia con la staffetta 4×4 e porta Schilpario sul podio di un Campionato Mondiale conquistando la medaglia di bronzo nella staffetta 4×10 KM mista a Thunder Bay in Canada, insieme a Valbusa, Albarello e Fauner : nella storia del nostro Sci Club questa è sicuramente una data memorabile. Il 1995, dopo una serie di ottime prestazioni, lo vede entrare a far parte del gruppo rosso dei migliori atleti da cui non uscirà più fino ad oggi.
Torna a vincere in Coppa del Mondo nel 1996 nella 4×10 Km mista di Lahti in Finlandia, uno dei templi del fondismo internazionale, ed è 23° nella classifica finale CM della stagione 1996-1997.
Per lo Sci Club Schilpario il 1998 rappresenta l’anno più significativo : siamo a Febbraio quando FABIO dopo un duello entusiasmante con il campionissimo norvegese Daehlie vince la medaglia più prestigiosa della sua carriera, il magnifico argento delle Olimpiadi di Nagano in Giappone con i compagni di squadra della 4×10 Km mista Albarello, Valbusa e Fauner. E’ ancora in quell’anno che FABIO si aggiudica il primo titolo italiano assoluto individuale nella 30 KM classica a Boscochiesanuova, vince in Coppa del Mondo a Ramsau nella staffetta 4×10 e si piazza 11° nella classifica finale di Coppa del Mondo.
Nel 1999 si laurea di nuovo campione italiano assoluto nella 30 KM libera individuale e nella staffetta col Corpo Forestale, ma ciò che conta è un’altra medaglia mondiale a Ramsau, in Austria, con il bronzo della staffetta 4×10 KM mista ! Ma non è finita perché a novembre a Kiruna in Svezia vince la staffetta di Coppa del Mondo e prepara il botto di fine anno quando il 27 dicembre sale sul gradino più alto del podio ad Engelberg in Svizzera conquistando la sua prima vittoria individuale in Coppa del Mondo (pareggiando il conto con lo zio..) nella KO sprint a tecnica classica : altra data da incorniciare per lo Sci Club Schilpario. Nel 2000 vince il titolo italiano assoluto nella 10 Km tc e nella 15 Km tl a Brusson ma questa volta non riesce ad essere profeta in patria (lo avrà fatto per dovere di ospitalità ?) in occasione degli Assoluti che il suo paese organizza appositamente per lui in segno di riconoscenza e di affetto conclude al 2° nella 30 KM ed è 3° nella staffetta. Questo è l’anno in cui ottiene complessivamente i risultati migliori: basti pensare che vince a Falun in Svezia nella staffetta e soprattutto conquista il 6° posto nella classifica finale di Coppa del Mondo con 401 punti, grazie al 2° posto nella 30 Km classica di Lahti, al 4° nella 50 Km classica di Holmenkollen che uniti al 10° posto nella 15 Km libera di Falun gli permettono di piazzarsi al 3° posto assoluto nella prestigiosa combinata delle grandi gare del Nord, la Scandinavian Cup.
Santa Lucia gli regala la vittoria di Coppa del Mondo a Clusone nella KO sprint libera insieme a Valbusa.
Il 2001 inizia con ben tre titoli italiani assoluti a Sappada, nella 30 Km, nella 10 Km e nella staffetta e tutto fa presupporre che sarà meritato protagonista alla rassegna mondiale di Lahti che invece lo respinge costringendolo ad accontentarsi del 7° posto nella 30 KM classica di apertura : purtroppo si tratta di un risultato che molti sottoscriverebbero trattandosi di un Campionato del Mondo, ma che ha un po’ il sapore di una sconfitta perché era giusto che una volta tanto la dea bendata lo aiutasse e fosse premiato con una medaglia individuale. La storia si ripete nel 2002 quando FABIO insegue fortemente quel podio individuale che coronerebbe una meravigliosa carriera. Siamo a Gennaio quando rivince, e per ben due volte di fila, in Coppa del Mondo a Nove Mesto nella Repubblica Ceca; è 1° nella gara sprint a coppie con Schwienbacker Freddy ma è soprattutto la vittoria individuale del giorno precedente nella 10 Km classica davanti a 30.000 persone che gli fa sentire che forse è la volta buona e tutto è pronto per un risultato di prestigio alle Olimpiadi di Salt Lake City negli Stati Uniti ma non ha purtroppo la soddisfazione che tutti noi gli auguravamo : la nuova medaglia d’argento olimpica nella staffetta 4×10 Km non gli basta e serve tutto l’affetto della gente che gli vuole bene per farlo sentire sempre e comunque il nostro “ragazzo d’oro”. Un grande campione come FABIO MAJ è degno di riassumere la lunga e gloriosa storia dello Sci Club Schilpario e costituire il trampolino di lancio più bello per il futuro.

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Gianfranco Pizio

Nella storia dello Sci Club un posto di rilievo merita anche Gianfranco Pizio, che è stato un bravo atleta e che prometteva bene in quanto componente della squadra del Comitato Alpi Centrali, “specialista dei lanci” (oggi probabilmente si sarebbe fatto valere nelle gare sprint), ma che in Nazionale ci è arrivato da allenatore dopo aver superato una serie di esami: maestro di sci, allenatore di club, poi istruttore nazionale e infine tecnico della squadra femminile.
Lo ricordiamo giovanissimo in compagnia di Mario Azittà nello staff della squadra Juniores come vice di Gianpaolo Rupil, per poi rotrovarlo nel 1998 con Vanoi (due della stessa altezza !) chiamato alla guida della nazionale femminile. Ha una grande capacità di “creare gruppo”, evidenziando le potenzialità e gestendo le rivalità di tutte le componenti del team rosa; abilissimo nel motivarle al meglio e nello stimolarle anche nei momenti meno brillanti. E’ riuscito a portare la Paruzzi alla medaglia d’oro olimpica a Salt Lake City (lei stessa gli ha dedicato buona parte del merito di questa vittoria) e ha messo la Valbusa in condizione di vincere in Coppa del Mondo ed ora è impegnato nel compito di superare le difficoltà legate al ritiro di Stefania Belmondo, tentando di alzare ulteriormente il livello qualitativo delle sue ragazze dando rilievo alle già affermate atlete della nazionale e concedendo fiducia alle nuove leve perché possa esprimersi al meglio delle loro possibilità.
Lo Sci Club Schilpario ha la fortuna di poter ricorrere costantemente ai suoi consigli, nell’ attesa “lontana” di un suo ritorno a casa per aiutare i nostri ragazzi dall’ alto della sua bellissima esperienza.
Motivo d’orgoglio fra l’ altro per la nostra valle è stato quello di aver potuto annoverare per un certo periodo di tempo un trio di allenatori veramente incredibile a livello Nazionale con Toni Morandi (sci alpino femminile), Pierantonio Clementi (biathlon femminile) e appunto Gianfranco Pizio (fondo femminile) segno di una vitalità riscontrabile in pochissimi Sci Club al mondo non solo come atleti ma anche come tecnici …… semmai c’è da chiedersi perchè si sono specializzati tutti e tre in campo femminile (!)
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Toni Morandi

Non possiamo parlare di questi anni meravigliosi per lo Sci Club Schilpario, senza ricordare un amico come Toni Morandi scomparso il 13 Agosto 2001. Ci piace soprattutto sottolineare come Toni abbia esordito come fondista, conquistando addirittura un podio ai Campionati Italiani Juniores, poi sia passato allo Sci Alpino fino a diventarne un punto di riferimento importante in campo Nazionale e Internazionale, specialmente in qualità di allenatore della squadra italiana femminile e dello Sci Club Selvino. Sono tanti infatti i tecnici e i campioni che devono riconoscenza a lui se sono arrivati in alto, ma sono ancora più numerosi i ragazzi che oggi insieme a noi gli dicono grazie per quanto ha saputo dare sia professionalmente che umanamente. Siccome è impossibile riassumere in queste brevi note una figura così grande (e del resto a lui avrebbe dato “fastidio” sentire troppi elogi di sé), abbiamo pensato di lasciar parlare una campionessa che lui ha forgiato nel senso più completo del termine. Tuttavia in questa occasione lo Sci Club Schilpario intende sceglierlo come emblema del proprio sodalizio perché riassume meravigliosamente le due discipline sportive (fondo e discesa) che han dato lustro a questi “cent’anni” stupendi di storia della neve.
“……Caro Toni, te ne sei andato, ci hai lasciato, in un batter d’occhio sei volato via, ma non dai nostri cuori, che ti riserveranno sempre un posto speciale. Mi han chiesto di parlare di te, ma io preferisco parlare con te. Quante cose mi hai insegnato, quante chiacchiere e risate abbiamo condiviso, quante pacche sulle spalle mi hai dato per incoraggiarmi nei momenti di sconforto, quanta serenità e gioia sei riuscito a trasmettermi e …. quanto mi manchi !
Forse non ti sei mai reso conto di quanta gente di amava, era normale fosse così; chiunque ha avuto la possibilità di conoscerti è rimasto affascinato dalla tua personalità.
Sei stato importante non perché mi hai portato alla vittoria ma perché accanto a te ho vissuto lo sport con spirito diverso e sei stato capace di trasmettermi la tua passione, la grinte e la forza.
La tua umiltà, la tua modestia, il tuo modo di insegnare, il tuo modo di essere unico e speciale, la tua capacità di allenare me e tutti i tuoi ragazzi con la stessa attenzione senza fare distinzioni ti ha reso grande davanti a tantissima gente che ti sentirà sempre vicino….” (Lara Magoni)